Un Cat Bond (da Catastrophe, nessuna parentela con James…) contro inondazioni &co
Mentre gli eventi catastrofali si moltiplicano in tutto il globo, diventando triste routine, i conti vanno in rosso e ci si attiva con sempre maggiore impegno. Creando, per l’occasione, un “catastrophe bond”.
Di che cosa si tratta? Sono obbligazioni che durano di solito dai tre ai cinque anni e garantiscono un interesse cospicuo, tra il 2% e il 12%. Tuttavia, se la catastrofe si realizza, ecco che non pagano in tutto o in parte il capitale, che andrà a coprire i danni.
Insomma il rischio si trasferisce da chi emette le obbligazioni, di solito un istituto assicurativo, agli investitori.
Insomma chi investe accetta il rischio in cambio di un rendimento maggiore di altre operazioni più “tranquille”, ma al contempo, si accaparra anche uno strumento finanziario il cui andamento dipende non dai mercati finanziari, bensì…dal tempo.
Ottimo, spiegano gli esperti, per chi può differenziare il portafoglio.
Se la Florida, ormai “allenata” suo malgrado a questi episodi, già si è attrezzata quest’anno, emettendo una obbligazione di 1,5 miliardi di dollari legata agli uragani (tramite la Florida Citizens Property insurance Corporation), ancora da noi si tentenna.
Anche in Italia da più parti si spinge il governo italiano a emettere un Cat (da catastrophe, niente gatti grazie!) Bond, sottolineando che sono proprio gli enti statali i maggiori titolari di assicurazioni contro il rischio di catastrofi al momento. Intanto si rivaluta la proposta di rendere la polizza per i catastrofali obbligatoria a tutela della casa. Ma sulla strada si incontrano infiniti ostacoli.