Siamo davvero sonnambuli?

A definirci sonnambuli, parte di una società ormai cieca dinnanzi ai segnali, è il 57esimo rapporto del Censis sulla situazione sociale del nostro Paese. A cominciare da quella crisi demografica delle “culle vuote” che non spinge a nessun cambiamento, però, lasciandoci in balia di quella “profezia” che prevede nel 2050 8 milioni in meno di persone in età lavorativa. A scorrere capitoli e titoli si rabbrividisce. Ma un aspetto in particolare colpisce ed è l’emotività. Siamo vittime tutti del mercato dell’emotività, ci dicono, a seguire notizie le cui fonti non sono sempre controllate, che lanciano allarmi, molti dei quali spesso risolti in fretta. Tra queste, per esempio, dall’allarme sui tassi troppo alti di disoccupazione ad un record accertato di occupati. Forse il vero stimolo che ne viene, da questa lettura, è l’idea di ricalcolare gli elementi razionali tra i criteri di scelta, soprattutto a medio e lungo periodo. Mettersi al sicuro rende meno esposti alla suggestione – del miracolo come della catastrofe.