Sempre più ostacoli per il supervitigno
Resistenti a malattie come peronospora e oidio, ma non alla burocrazia italiana.
Così sembra almeno per ora la questione dei cosiddetti supervisioni, le dieci varietà selezionate attraverso incroci dall’Università di Udine e dai Vivai cooperativi Rauscedo.
Di stirpe “blasonata” – discendono dai vitigni internazionali, come Soreli, Sauvignon, Fleurtai, Merlot, Cabernet – pur se inseriti nel registro nazionale delle varietà di vite, per diventare coltivazione in campo devono ottenere l’approvazione da parte di 19 regioni e due provincie autonome. Insomma non proprio una strada spianata.