Se la crisi (economica) sbarca in famiglia
Non solo cinghie tirate, carrelli più vuoti, consumi all’osso. La crisi economica ha un altro importante, seppur più invisibile effetto in famiglia: ed è quello di cambiarne la struttura, reinventandola.
Ultima frontiera nella metamorfosi dell’istituzione più borghese del mondo, ecco i LAT, acronimo dall’inglese Living apart together (vivere insieme a parte o vivere non insieme), espressione che già nel linguaggio è “tutta un programma”.
Come si fa a vivere insieme ma a parte? Sembra la domanda più ovvia. Beh si può se di mezzo ci sono i figli! Rientrano nei LAT quelli che rimangono nella famiglia d’origine il più a lungo possibile, per impossibilità economica ad iniziare una vita di coppia, ma anche per un’abitudine tutta italiana di restare legati al nucleo d’origine.
Nei Lat confluiscono anche tutti i nuovi partner, quelli che , separati e divorziati con figli, preferiscono mantenere un rapporto a distanza con il nuovo partner. E non manca i lat “tardivi”, quelli che decidono di mettere s famiglia dopo, dopo l’esperienza di un primo figlio nato durante una convivenza.
Né il fenomeno deve stupire: nel 2010 su mille matrimoni 307 sono finiti con una separazione di cui 182 con un divorzio, nello stesso anno le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160. Rispetto all’anno precedente le separazioni hanno registrato un incremento del 2,6% mentre i divorzi un decremento pari allo 0,5%.
Il consiglio dell’assicuratore
Fino a quando la legge non regolerà in maniera compiuta queste unioni sociali multiformi, può essere utile tutelarsi, almeno economicamente, attraverso la stipulazione di polizze vita che prevedano come beneficiario la persona cui si è fortemente legati.