Se ammalia gli States, “Bacco” arranca in Russia
Segno più anche nel 2014 per l’export del vino italiano che ha raggiunto il suo massimo storico.
Ci avvicibiamo ai 5,1 miliardi di euro di scambi, con 20,3 milioni di ettolitri. Niente male davvero. Soprattutto perché la crisi si è fatta sentire anche in questo ambito. In Francia, per esempio, ha ceduto più dell’1%, la Spagna il 5% e l’Australia quasi il 6%.
L'Italia è cresciuta, invece, ma di un contenuto ’1,4%, contro un tasso medio di crescita che tra il 2008 e il 2013 era vicino al 7%.
A ben guardare alcuni nodi nevralgici ci sono. Se il nostro nettare italiano va alla grande nei mercati Usa e UK, in particolare con le esportazioni di spumanti e Prosecco in testa, la Russia "latita" nelle commesse.
Colpa del calo del prezzo del petrolio, probabilmente, che ha svuotato le tasche di rubli. Fatto è che l’import complessivo di vino nei primi 5 mesi dell’anno è crollato del 35% in valore e del 25% in volume.