L’arte del foliage
Il merito maggiore va agli aceri e alle viti americane. Non a caso la “moda” è partita dal New England, regione nordamericana composta dai sei stati (Vermont, New Hampshire, Maine, Massachusetts, Connecticut e Rhode Island), dove queste piante vantano una varietà, una diffusione e una espressione degna d’incanto.
Se proprio da qui, dicono gli esperti, l’ideale è percorrere Kancamagus Scenic Byway, la strada definita in assoluto la migliore per ammirare il fenomeno del foliage, con i suoi 43 km di curve e controcurve, tese fino al Vermont, non ci si deve formalizzare: ogni strada della nostra meravigliosa Italia offre in questo periodo scorci e sinfonie autunnali degne di nota, che raccontano – e qui a dirlo sono i giapponesi – il perché, al di là della percezione sensoriale, di un interesse così in aumento. La ragione sta nella possibilità di cogliere, in questi istanti, la bellezza imperfetta della natura, ossia quella sua cifra di massimo splendore che, un attimo dopo, decade e scompare.
Filosofia insomma, e un po’ di (sano) masochismo in questo allenamento dell’occhio e dei sensi all’ attimo fuggente… E tuttavia fa bene, diventa terapeutico, sostengono gli psicologi. Di più se ci si sofferma a “inchiodarlo” quell’istante di perfezione, magari con un obiettivo fotografico o con tela e pennelli. Tanto che viene da pensare che magari anche Monet, capitato dalle nostre parti, avrebbe abbandonato le ninfee a favore di questi magnifici colori…