L’agricoltura è…femmina?
Sono sempre più numerose le donne che rispondono al richiamo della terra. A celebrare il ruolo dell’altra metà del cielo in agricoltura ci ha pensato un ricco e ben articolato convegno, nel mese di aprile, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
L’obiettivo? Dare risalto ad un trend che si è andato affermando con sempre maggiore evidenza nel corso degli ultimi anni e che sancisce un legame di nuovo molto forte tra donne e agricoltura. Un legame all’insegna della qualità.
Ebbene, nel corso dell’ultimo decennio, in Italia, se il numero delle aziende agricole si è ridotto ben 533 mila unità (-24,7%, tuttavia la presenza percentuale delle donne, sul complesso delle aziende, sale dal 29,8% al 33%.
Non solo: a fronte della flessione indicata, però, vanno in controtendenza le aziende agrituristiche e anche le aziende certificate, che registrano tassi di crescita notevoli. Ambito in cui le donne firmano successi consistenti. Insomma se all’inizio, spesso, sono tentate dalle produzioni animali, con il passare del tempo “quelle che ci provano” si rendono conto che la cura degli animali è molto onerosa e estremamente impegnativa soprattutto per le allevatrici che, spesso, contemporaneamente devono preoccuparsi della cura della propria abitazione e famiglia nonché accudire i figli e gli anziani.
Al contrario l’agriturismo si può svolgere anche in casa, tanto che la presenza delle donne conduttrici, e capo azienda nelle aziende appartenenti a società e/o enti pubblici, risulta particolarmente significativa sia per i numeri che rappresenta, sia per le potenzialità che esprime.
Si legge nel rapporto che “fra il 2003 e il 2012, crescono da 13 a 20,5 mila unità (+57,3%); in particolare le aziende condotte dalle donne aumentano da 4,3 a 7,3 mila (+67,9%) mentre quelle maschili salgono da 8,7 a 13,2 mila (+51,9%); contemporaneamente l’incidenza della donne sul totale passa dal 33,2 al 35,5% superando il classico rapporto di 1 a 2 rispetto agli uomini.
In sintesi le aziende agrituristiche crescono e le donne conduttrici aumentano percentualmente più