La fattoria 2.0 che impazza all’estero e anche da noi
Etica, tecnologica, sostenibile, a risparmio energetico, per il riscatto sociale: ecco l'identikit della fattoria 2.0.
Moderna lo è per gli impianti, certo, ma anche per la filosofia che la sostanzia. Una filosofia che diventa bussola di orientamento per una concretezza ed efficacia straordinaria di realizzazione. Così si è ormai affermata lungo tutto il globo la fattoria 2.0, spaziando dall'Africa all'Emilia Romagna.
Così se in California il gruppo La Humane Society è riuscito a imporre allo stato più ricco degli Usa una legge che costringe gli allevatori a crescere galli e galline in aie che permettono agli animali di "sdraiarsi, alzarsi, allungare gli arti e girare liberamente", l'Italia conta oggi 1.200 le fattorie etiche o sociali censite nel paese (circa un terzo del settore, ma ancora la metà rispetto alla realtà francese).
In Emilia Romagna, poi, una legge del 2009 ha favorito il riconoscimento delle attività sociale che tutto il mondo prende a modello.
All’Expo, ha debuttato, con la paternità di Enea, la "Fattoria verticale italiana", una serra alta 5 metri , dove sono vietati i pesticidi e tutto si muove nella logica di zero km e zero consumo di suolo. Infatti, le piante (al momento sono state testate lattuga e basilico) sono coltivate su più strati, in cubetti di torba pressata, immersi in acqua con soluzioni a riciclo continuo, mentre alle lampade tradizionali per favorire il ciclo della fotosintesi sono state sostituite con strumentazioni a led.