La chiave del successo sta nel welfare aziendale. Il parere di Anna Fasoli
Dietro al termine inglese ci stanno cose molto concrete: palestra, benzina, buoni pasto, asili nido, insomma una serie di servizi che l’azienda assicura al lavoratore in una logica di facilitazione della sua vita quotidiana e anche, perché no?, di “familiarizzazione”.
Insomma, se si passano insieme così tante ore, per così tanti giorni l’anno, entrare nella logica di chi lavora e offrire possibilità che semplifichino, da una parte, e includano dall’altra, diventa il vero “atout”, la chiave vincente.
A dimostrarlo Doxa e Endered, che hanno “misurato” il grado di soddisfazione dei lavoratori nelle imprese. Rilevando che questi servizi valgono più dei premi produttività. Grazie a una legge, ora questo premio può essere convertito in prestazioni che non erano mai state prima contemplate a livello normativo.
Un occhio di riguardo, nelle preferenze, lo ottiene la copertura sanitaria estesa anche ai familiari.
Per chi ancora non appartenesse ad un’azienda tanto lungimirante, su questo punto possiamo aiutare noi assicuratori. Che ce ne intendiamo da tanto, tanto tempo…