Benvenuti nella stalla del futuro
L’anno di rifermento è il 2030. Ma non si tratta di un film di fantascienza o di uno storyboard per un fumetto che strizza l’occhio ad Asimov.
Qui parliamo di stalle da latte. Le stalle di un futuro nemmeno troppo lontano.
La realtà, tratteggiata a FierAgricola dal CRPA – Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia, coordinatore del progetto «Innova Latte 2010» (www.innovalatte2030.it), ribadisce che a farla da padrone continueranno ad essere le imprese a conduzione familiare, capaci di resistere sul mercato solo a patto di investire in tecnologia.
Faranno la loro comparsa edifici zootecnici, robot e giostre per la mungitura, sistemi automatici per l’alimentazione. Cresceranno gli investimenti in energie rinnovabili e fonti che non si porranno più solo come costi.
A far pendere l’ago della bilancia però sarà la capacità degli allevatori di organizzarsi per gestire nel modo più vantaggioso il mercato del latte, vero tasto delicato dell’intero sistema. Per rimanere sul mercato. Le dimensioni, invece, c’entrano poco. Anche se sapere che qualcuno di vacche da latte ne alleva 100 mila (sì, avete letto bene), un po’ di effetto lo fa. Gigantismo da Arabia Saudita, certo, e non significa per forza efficienza…