Ape? Forse meglio formica
Il nome non è proprio “felicissimo”, ma speriamo che almeno i risultati che produrrà lo siano. Per ora di certo c’è solo che Ape (Anticipo Pensionistico) sta facendo discutere tutti a causa della forbice stabilita per rendere più flessibili le uscite verso la pensione degli “over 63”: taglio tra l’1% e il 3%, con possibilità di arrivare anche al 4%.
Se molti aspetti sono ancora in fase di “rodaggio”, si sa che il finanziamento dell’operazione dovrebbe essere sostanzialmente garantito da banche e assicurazioni, attraverso un meccanismo che prevede che siano questi soggetti a erogare attraverso l’Inps le fette di pensioni anticipate per effetto del “prestito”. Un prestito sarà poi restituito dal pensionato a rate con un percorso pluriennale dal momento in cui sarà raggiunto il requisito di vecchiaia. E qui si aprono i grandi dubbi su modalità, interessi, flessibilità nella restituzione &co.
Tanto che viene da pensare che anziché quest’Ape sia meglio rimboccarsi le maniche da subito e, da brave formiche, cominciare a finanziarsi da soli per il futuro, ovvero con un piano di previdenza integrativa, come i PIP per esempio, dove le condizioni sono chiarissime, la personalizzazione anche e si sa con che cosa si ha a che fare.