Allo studio una pensione minima per i giovani
In principio fu: la pensione per assicurare un futuro. E a questo principio oggi si cerca di tornare, almeno per uno standard minimo che garantisca la “decenza”. Un problema che rischia di diventare disastroso se proiettato nel futuro.
A seguito infatti delle continue e complesse modifiche del sistema previdenziale italiano, è già certo che la pensione incassata da chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996 sarà inferiore a chi ha iniziato prima. Ma il vero guaio riguarda soprattutto le nuove generazioni che hanno iniziato da autonomi o con lavori precari. Il rischio? Che i trattamenti non raggiungano nemmeno l’ex pensione minima.
Si corra dunque ai ripari.
Con questa determinazione il governo sta lavorando ad una pensione minima per i giovani: 650 euro mensili a chi dovesse lasciare il lavoro dal 2030 in poi, a patto di avere maturato in futuro almeno 20 anni di contributi.
Già, ma basterà?
O forse non sarebbe meglio cominciare ad accantonare qualcosa per sé, secondo il famoso adagio: chi fa da sé … se non per tre però almeno al minimo di decenza può arrivare.