Allarme polizze contraffatte: quadruplicati gli episodi nel 2016
Si amplia la casistica, si estendono gli ambiti di azione
Il parere di Anna Fasoli
La notizia è stata data in prossimità dell’apertura, la sorsa settimana, del 18° Annual delle Assicurazioni, la due giorni che riunisce il gotha del mondo assicurativo per trarre le fila di quello che sta accadendo in uno dei comparti chiave della nostra economia, con un occhio di riguardo all’innovazione.
Ma è proprio da quest’innovazione che, paradossalmente, si aprono varchi di passaggio per un lato oscuro temibile: quello della contraffazione.
L’Ivass snocciola i dati nero su bianco. E se i numeri rimangono contenuti (12 nei primi dieci mesi di quest’anno, mentre 3 nel 2015 e 8 nel 2014), sciocca la virulenza dell’aumento e la capacità di attecchire.
Somiglia, temo, a uno di quegli allarmi di natura sanitaria, in cui, isolato un batterio, o un ceppo virale, si rimane in dubbio su quale sarà la diffusione, e quali i correttivi da applicare.
E il tema è delicatissimo, perché tramite di questa “piaga” è proprio lo strumento che sta agevolando e sempre più agevolerà la diffusione di conoscenza e cultura anche, assicurativamente parlando.
La Rete, dunque. Che cade sotto la lente d’ingrandimento.
La Rete e la vendita a distanza di polizze tramite questo strumento che per semplicità e rapidità si sposa a perfezione con l’esigenza che spinge il cliente, – che è certamente razionale, ma anche emotiva, nel senso che serve a placare un’area opaca, di paura, paura del rischio, che è autentica e legittima. Ecco che la soluzione rischia di rivelarsi anche morbo, ovvero di annidare in sé un germe oscuro e insidioso: quello della contraffazione.
Insomma lo strumento oggi molto importante alla cultura assicurativa quanto al business che se ne genera sta rivelando di poter funzionare come una sorta di Cavallo di Troia che, nel chiamare a sé l’attenzione di chi cerca protezione, squaderna d’un tratto un battaglione di guerrieri determinati, pronti a causare un doppio, esiziale danno: quello economico, della truffa del valore monetario corrispondente al premio, ma, anche, l’inganno di far credere a chi ha pagato di avere con sé una protezione che invece non esiste.
Ed è questo secondo aspetto il più grave. Perché crea un affidamento di cui spesso si scopre la delusione solo quando è troppo tardi, ovvero quando il sinistro accade, o l’evento che dà diritto all’indennizzo. Ma non c’è altri che una scatola vuota, un’ombra, un fantoccio là dove si presumeva di avere una Compagnia d’Assicurazione.
Come fare? Quali correttivi?
Certamente il controllo.
Da parte dell’autorità preposta, l’Ivass.
Da parte delle Compagnie.
Ma anche da parte di tutti i players del mercato assicurativo. Con iniziative come quella di Milano, ma anche con attività di lavoro sul territorio, attraverso le compagnie, attraverso i gruppi sindacali, attraverso ogni espressione di associazionismo che, in una società civile, diventa voce corale di attenzione. E per una volta l’adagio vox populi, vox dei trova conferma e auspicabile ascolto.