cara “vecchia” fiducia
tutto cambia e niente cambia: mai così vero l’adagio di buon senso che ci riporta a fare lo stesso, ripetitivo bilancio. Gli italiani sono più pessimisti, ci dice l’Istat, e non solo come privati e consumatori, ma anche come imprese. A luglio, l’indice che misura l’ottimismo dei privati è sceso dal 98,3 al 94,8, perdendo quasi quattro punti e quello delle imprese da 113,4 è andato a 110,8. Le cause? Clima economico, attese, aspettative. A soffrire soprattutto il comparto della manifattura e quello dei servizi di mercato. Dice l’Istat: «Si segnala un diffuso peggioramento di tutte le variabili che entrano nel calcolo», ad eccezione delle valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli. Insomma, come se ormai ci si fosse rassegnati, mentre si ha davvero bisogno di energia. In ogni senso.