Giovani, emergenza silenziosa
Se ne parla, è vero, ma non abbastanza. Il disagio giovanile in Italia, dopo la pandemia, è emergenza, eccome. Un’emergenza silenziosa, in gran parte, che si trova tra le pagine di qualche giornale, nelle affermazioni di alcuni esperti, ma che chi vive in famiglia conosce bene e di cui soffre, di nuovo, spesso, in silenzio. A dire le cose a voce alta ci ha pensato l’Istat, lanciando un allarme a chiare cifre: l’Italia ha il primato Ue dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano. Ben il 23,1%. Non solo, i giovani sono le prime vittime della povertà. Ma sui giovani si deve investire. Nei giovani si deve credere e verso di loro è necessario attuare anche delle scelte educative che incentivino, che stimolino, che spingano a confrontarsi e misurarsi con il mondo. Meglio se protetti, naturalmente. E protetti significa anche dotarsi di strumenti assicurativi, quali le polizze salute, la polizza Capofamiglia o strumenti che ragionino sul loro futuro finanziario. Un passo alla volta, perché i sogni tornino grandi.