Il lato pop della previdenza integrativa
Non che l’associazione sia immediata, ammettiamolo. Eppure sembra questa la direzione verso cui far traghettare il settore della previdenza integrativa, per renderlo appetibile ai giovani, che sono la categoria a cui serve di più. Ma restano, ad oggi, i meno coinvolti. Con dei rischi non indifferenti, se si pensa che maggiore è il gap che la previdenza complementare deve coprire, prima è il tempo in cui iniziare a intervenire.
Sembra solo questione di linguaggio, invece si tratta davvero di innescare un “pensiero positivo” come associazione a temi da sempre ritenuti “noiosi”, quali pensioni e mezzi di sostentamento per un futuro che chi comincia a lavorare non sa nemmeno immaginare.
Adesso spetta a noi agenzie e naturalmente alle Compagnie “inventare” prodotti che sappiano svolgere il ruolo di protezione e al tempo stesso siano abbastanza elastici da adeguarsi al percorso dei più giovani. Molti già esistono, quello che serve più che mai è una visione luminosa di futuro, e qui l’abilità sta nelle nostre mani. Non dimentichiamoci insomma il ruolo importante di anello di congiunzione tra presente e quello che verrà rappresentato da ogni singolo contratto da noi proposto e sottoscritto, quando la firma è di un giovane lavoratore.