L’affaire Nutella
Che le migliori spy-story oggi si svolgano sui quotidiani più che tra gli scaffali delle librerie è cosa cui ci stiamo abituando, ma che toni da suspence poliziesca si consumino nelle corsie dei supermercati, lascia ancora curiosamente storditi. Eppure tant’è: si è aperto in questi ultimi giorni un vero e proprio affaire Nutella, che ha visti schierati nutrizionisti e politici francesi, assolutamente determinati a porre una (considerevole) tassa (300 € a tonnellata) per le importazioni d’olio di palma destinato all’alimentazione) di cui l’amata crema spalmabile (che ha firmato merende di cospicue generazioni infantili) fa un importante uso.
L’imputato sul banco dei testimoni? Il famigerato olio di palma, colpevole, sembra, di gravi danni al metabolismo, nonché dell’impennata dei costi sanitari, a causa dell’effetto sull’incremento di casi di obesità, e problematiche connesse.
Giorni frenetici, questi ultimi, che dopo una prima vittoria contro il vasetto, sembrano però riportare a più miti consigli. Tanto che è fresca la notizia di un nulla di fatto.
Eppure il caso rimbalza ancora sulla stampa, forse perché quando vengono toccati cibi (e miti) gli animi si accendono più velocemente.
A complicare le cose anche il fatto che, nella bagarre generale, sono insorti alcuni paesi, grandi esportatori dell’ingrediente sotto processo. Così dall'Asia Sud Orientale il presidente del consiglio malese dell'olio di palma, Tan Sri Yusof Basiron, è partito al contrattacco, innescando la guerra globale degli olii vegetali.
Il deputato francese che aveva sottoposto il problema , Yves Daudigny, ne aveva evidenziato la nocività oltre al fatto che la coltivazione delle palme contribuisce alla deforestazione in Malesia e in Indonesia. Ma è stato zittito dal tam tam globale.
Per ora, la merenda non si cambia. Con buona pace delle crêpe d’Oltralpe!