La vulnerabilità economica ha un indice (…in crescita)
Se non bastasse guardarsi nelle tasche, nelle cartelle esattoriali o nei carrelli della spesa, a fotografare la realtà quotidiana corre in aiuto un indice molto interessante, ossia capace di misurare la cd vulnerabilità economica delle famiglie.
Elaborato da Ania-Consumatori, questo termometro dello stato di salute delle nostre finanza ci dice che…la febbre aumenta.
Un rialzo del 17%, sanciscono, impietosi i dati. Tradotto in concreto, significa che le famiglie hanno faticato di più a a fare la spesa alimentare (da 14,9% del 2010 a 18,4%), a effettuare acquisti di abbigliamento necessario (da 24,9% a 29,7%), a pagare utenze (da 25,4% a 31,8%) e a pagare l'affitto (da 32% a 41,4%). Inoltre, sempre più italiani, il 34 per cento, scelgono di rinunciare a una visita specialistica.
Tra gli eventi negativi che hanno contribuito a determinare tutto questo, la perdita del posto di lavoro e la riduzione dell'orario di lavoro, che si ripercuotono poi anche sulle pensioni future.
Il rapporto riferisce infatti che il 37,5% degli italiani prevede per la futura età pensionabile di poter far affidamento unicamente sulla pensione pubblica. Ma, si sa, lo scenario dà per certo una pensione futura molto risicata.
Diventa allora necessario e improcrastinabile attivarsi per mettere in moto privatamente e individualmente meccanismi di tutela per il futuro. In altre parole oggi aderire ai fondi pensione è una scelta da cui .