Che cosa ci tocca sentire: il lambrusco made in Spain!
Il parere di Anna Fasoli
Ormai è guerra. I marchi italiani, nati spontaneamente nella notte dei tempi, scaturiti quasi istintivamente dalla terra e dal lavoro sapiente degli uomini, si trovano ora ad affrontare le aule di giustizia per difendere, a colpi di ricorsi, perizie, memorie istruttive, la loro sacrosanta identità.
Un patrimonio davvero prezioso, soprattutto in tempi di sofisticazione esagerati, con multinazionali senza scrupoli che, per risicare guadagni maggiori o mantenerli alti, nonostante la crisi, si lanciano – ed è notizia di questi giorni – in azioni davvero pirata. E le conseguenze, poi, le pagano gli ignari consumatori. Ecco dunque che le certificazioni Doc e Dop, come ormai sempre più frequenti per il vino, diventano doppia garanzia di qualità e sicurezza, rafforzando il piacere di chi li compra.
Il risvolto della medaglia, tuttavia, è un arrembaggio sconsiderato da parte di qualcuno di farsi “passare” per ciò che non è. Ultimo, in senso cronologico, il caso del Lambrusco made in Spain (ormai noti da anni quelli degli americanissimi Chateau e Chlos). Sono situazioni che vanno pensate con attenzione, anche previste e verso cui un produttore è importante che attui una strategia preventiva, dotandosi eventualmente di polizze che prevedano anche la garanzia accessoria della tutela legale. È la sola strada, credo, per avere le “spalle forti” e intraprendere azioni non solo difensive, ma anche per ottenere il risarcimento del danno.
Procedimento in corso: la prima istanza è stata respinta
Il Consorzio del Lambrusco di Modena ha già proposto un ricorso che è però stato respinto dai magistrati iberici. A darne notizia il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro: “Abbiamo inoltrato un'interrogazione al Commissario Ue all'Agricoltura Ciolos. Lambrusco è una denominazione tutelata ed è impensabile che venga usurpata all'interno della stessa Ue”. E aggiunge: “Appena pochi mesi fa abbiamo varato col «Pacchetto qualità» le regole sulla protezione che impongono che i singoli governi Ue si attivino per far rispettare le norme sulle denominazioni d'origine. Qualsiasi passo indietro è inaccettabile”.