La lunga strada (italiana) per il digitale
Mancano i numeri. La fotografia del rapporto Italia connessa-Agende digitali regionali presentato da Telecom a fine gennaio è puntuale quanto impietosa: arranchiamo e di molto rispetto ai programmi delineati da Bruxelles e dal governo attraverso il recente decreto crescita 2.0. Il problema? Sempre lo stesso. Il c.d. Digital device.
A cominciare dalla banda larga. Se l’ (ambizioso?) obiettivo europeo parla del 100% dei cittadini raggiunti da internet con almeno 30 megabit e almeno il 50% delle famiglie con 100 megabit nel 2020, oggi l’Italia segna un mediocre 11%. E grande permane il divario anche dal primo step, quello che chiede entro il 2013, che sia garantita a tutti i cittadini la possibilità di collegarsi alla banda larga ad una velocità di almeno 1 megabit/secondo.
Non solo: pochi, troppo pochi, quelli che usano la Rete da noi. 47% di italiani rispetto al target Ue del 75% di popolazione che entro il 2015 dovrà usare regolarmente internet. Così portiamo a casa nientemeno che un terzultimo posto per e-commerce nei Paesi Ue. Né la situazione migliora per le Pmi, con l'11% che effettuano acquisti e solo il 4% che vendono online, molto distanti dall'obiettivo al 2015 del 33 percento.
Una soluzione va cercata e trovata La strada, forse, è anche quella della sicurezza. Insomma rimbocchiamoci le maniche, studiamo agevolazioni e assicurazioni che garantiscano il cliente online. Perché niente frena quanto la paura.